Carlin Petrini, fondatore e presidente di Slow Food

“La bagna cauda ci insegna la diversità”

La Bagna Cauda è un piatto emblematico. Oltre a rievocare in tutti noi convivialità, serate di festa e momenti di imbarazzo sul posto di lavoro il giorno dopo; ci racconta cos’è l’identità. È un piatto simbolo del Piemonte dove non si producono gli ingredienti principali: acciughe e olio.

Allora comprendiamo come ciò che dichiariamo identitario non è quasi mai riconducibile a qualcosa di fisso, ma è frutto di scambi, una cosa che è in continuo mutamento. La Bagna Cauda è piemontese perché i piemontesi viaggiavano, facevano commerci con i vicini liguri e non solo. Il cibo, come sempre, ci rivela chi siamo.

Siamo il frutto di un’interconnessione con ciò che ci circonda e con ciò cui veniamo a contatto. La diversità è l’unica cosa che può garantirci un futuro migliore. Per questo chi ama il cibo deve amare la diversità sia quella naturale -la biodiversità- sia quella culturale. Perché il cibo è natura che diventa cultura.

La Bagna Cauda è un simbolo della nostra identità che ci raccomanda di restare un popolo aperto. La Bagna Cauda in Piemonte porta ancora con sé un’aura quasi mitica, ma non è più tanto facile mangiarla al ristorante fatta con tutti i crismi e quindi come “piatto unico”.

In tanti ristoranti è spesso servita come un piccolo antipasto, insieme al peperone, o con i cardi, ma quella non è la vera Bagna Cauda che è invece una sontuosa mangiata da consumarsi senza fretta, mentre fuori tutto è fermo.